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Allarme cosmetici, rischi il cancro se usi questi prodotti di bellezza: trovate tracce di amianto

Cosmetici con tracce di amianto: esplode la polemica dopo le denunce di donne malate di cancro contro i colossi del beauty.
È una notizia che lascia senza parole e che, senza ombra di dubbio, scuote profondamente un settore da sempre legato all’idea di bellezza, cura e benessere. Stiamo parlando dell’industria del make-up, un mondo fatto di colori, texture, pubblicità patinate e promesse di perfezione.
Però, dietro l’apparenza scintillante, si nasconde oggi un’accusa pesantissima: alcuni cosmetici molto diffusi, utilizzati ogni giorno da milioni di persone, potrebbero essere collegati allo sviluppo di forme tumorali.
Rischio cancro collegato ai comsetici
Secondo quanto riportato dal The Guardian, diverse donne malate di cancro hanno deciso di intentare causa contro alcuni dei più grandi nomi dell’industria della bellezza. Il motivo? L’uso del talco nei prodotti cosmetici, come ciprie, fondotinta e ombretti. Un ingrediente presente da anni nelle formulazioni, spesso apprezzato per la sua capacità di rendere la pelle opaca e vellutata.
Ma il problema è un altro: il talco, se non sottoposto a controlli rigorosissimi, può contenere tracce di amianto, una sostanza cancerogena altamente pericolosa per la salute umana.
È un’accusa grave, che affonda le radici in un dibattito che va avanti da anni ma che ora sembra destinato a esplodere definitivamente. Perché quando a parlare non sono solo studi teorici, ma donne in carne e ossa che si ritrovano a combattere contro tumori ovarici o ai polmoni, il peso delle parole diventa insostenibile.
Molte di loro raccontano di aver usato gli stessi prodotti per decenni, convinte che fossero innocui, affidandosi ciecamente alle grandi marche. E oggi si sentono tradite, ingannate da un sistema che avrebbe dovuto tutelarle.
Le aziende coinvolte, com’era prevedibile, si sono difese sostenendo di aver sempre rispettato le normative vigenti e di aver utilizzato talco “cosmetico grade”, ossia purificato. Però, come spesso accade, il confine tra ciò che è tecnicamente legale e ciò che è effettivamente sicuro non è così netto. E proprio qui nasce la frattura, il buco normativo che rischia di inghiottire l’intero settore.
Il punto è che il talco è una sostanza naturale, estratta dalle rocce, e in natura può trovarsi a stretto contatto con vene di amianto. Se l’estrazione e la lavorazione non sono assolutamente impeccabili, anche una minima contaminazione può avere conseguenze devastanti.
E mentre le indagini continuano, cresce anche la preoccupazione tra i consumatori. Perché in fondo si tratta di prodotti che entrano nella nostra quotidianità, che vengono applicati sulla pelle, inalati involontariamente, condivisi, regalati.
Ora l’intera industria è sotto osservazione. La speranza è che questo scandalo non venga solo archiviato come l’ennesima causa legale milionaria, ma che serva a spingere verso una maggiore trasparenza e un controllo più severo degli ingredienti usati. Perché la bellezza, senza sicurezza, perde ogni significato.
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